CRONACA DI UN GIORNO DA RICORDARE
Domenica 10 luglio 2011, Votigno di Canossa. La giornata è tipicamente estiva: calda e assolata. Non ero mai venuto in questo luogo sperduto alle falde dell’Appennino ma ne avevo sentito parlare tante volte. Votigno è un piccolo borgo medievale circondato dalla boscaglia che, ristrutturato in vari anni di paziente lavoro, oggi ospita la Casa del Tibet, una piccola comunità tibetana di religione buddhista. La Casa è stata fondata nel 1990 dal medico e scrittore reggiano Stefano Dallari, personaggio di grande umanità. Al centro del borgo pittoresco c’è una piazzetta in grado di accogliere seminari, spettacoli teatrali, concerti e contenere pubblico. In questa domenica si celebra la “Festa della Solidarietà”, il cui ricavato verrà devoluto al GR.A.D.E (gruppo amici dell’ematologia) e al progetto Ladakh (a favore di un ospedale di Leh, in India).
Forse è la prima volta che vedo su una locandina il mio nome iscritto fra i gruppi musicali che animeranno la festa, e ne vado fiero. Lo devo all’amico Luigi Cavalli Cocchi che mi ha inaspettatamente invitato a partecipare all’evento. Luigi, Gigi per gli amici, è uno dei più importanti musicisti (e vignettisti) reggiani, noto per essere stato batterista di Ligabue e promotore di numerosi progetti musicali, non ultimo quello con “Lassociazione”, gruppo della montagna reggiana che sta ottenendo un grande e meritatissimo successo.
Appena arrivato sul posto assieme a Marina Ligabue, cara amica e cantante che, coraggiosamente, ha avuto la bontà di accompagnarmi in questa avventura, ho incontrato Giorgio Riccardo Galassi. Lo scrittore di Cervarezza mi ha accolto con simpatia mentre Gigi era impegnato nel “sound check” (la messa a punto dei suoni degli strumenti e delle voci) assieme al resto del gruppo de “Lassociazione”. Conosco appena Giorgio Riccardo, ma poco tempo fa ho avuto modo di scrivere due righe dedicate alla sua bellissima raccolta Aforismi da castagneto (vedi Montepiano, n. 39, giugno 2011). Forse anche per questo siamo entrati subito in sintonia e abbiamo parlato con entusiasmo dei nostri progetti e di letterati come Whitman, Steinbeck e Dickinson, che entrambi amiamo. Accolto così piacevolmente, mi sono sentito subito a mio agio nonostante la tensione e l’emozione che stavo provando per l’avvicinarsi del mio mini-concerto.
Sono salito sul palco intorno alle sette di sera, presentato con grande cordialità dal dottor Stefano Dallari e dal celebre attore Chicco Salimbeni. L’atmosfera positiva – ricreata poco prima da un eccezionale violoncellista di cultura zen – si è fatta sempre più rilassata e mi ha permesso di cantare e suonare con maggiore scioltezza. Ho presentato alcuni miei brani dell’album Just a Walking Man, che mi pare siano stati accolti con discreto favore (o era solo il buon dottor Dallari a mostrarsi entusiasta?), e forse ho dato il meglio quando ho intonato la canzone My Sweet Lord di George Harrison. (Bisogna dire che è sempre molto più coinvolgente suonare canzoni note al grande pubblico piuttosto che le proprie, che nessuno conosce). Marina mi ha dato un formidabile aiuto con la sua voce e la sua presenza. Le devo molto. Ma devo dire grazie anche a tutti coloro che sono rimasti lì ad ascoltarmi con attenzione e partecipazione.
Dopo il mio esordio in duo con Marina Ligabue è entrato in scena un altro duo di chitarra e voce, gli “Atarassia”, autori di un’esibizione di musica celtica con influssi classici e orientaleggianti di alta qualità artistica. Mentre li ascoltavo, pensavo fra me: ”ehi, questi sono musicisti di livello internazionale!”, e devo dire che Gigi Cavalli Cocchi ha confermato pienamente questa mia impressione quando ha presentato il programma della serata. Agli “Atarassia” (che in greco significa “imperturbabilità attraverso il dominio sulle passioni”) si sono avvicendati i “Jack”, un trio rock con voci, chitarre acustiche e tastiera che ha deliziato il pubblico con le proprie canzoni e alcune “covers” di altri celebri artisti come Bob Dylan (I Shall be Released), Bee Gees (To Love Somebody), Crowded House (Weather with You), Damien Rice (emozionante The Blower’s Daughter) e dello stesso George Harrison (Something, suonata con l’ukulele come ha fatto Paul McCartney).
Prima del concerto de “Lassociazione”, momento clou della serata, la Festa della Solidarietà ha visto l’intervento di alcuni medici e rappresentanti del GR.A.DE che hanno illustrato gli obiettivi e i grandi risultati ottenuti a Reggio Emilia dall’associazione che si occupa della cura delle malattie del sangue. “Lassociazione” intesa come gruppo musicale è invece entrata in scena intorno alle ventuno e trenta raccogliendo subito attorno a sé un buon numero di fans. Ho assistito a una parte del concerto e ho avuto un’ulteriore conferma del valore e della professionalità di questa ormai famosa band reggiana. Assieme alle belle canzoni e ai duetti dialettali (folkloristici sì, ma mai banali) di Andrea Gherpelli e Chicco Salimbeni, la performance del gruppo di Marco Mattia Cilloni, Matteo Stocchino, Gigi Cavalli Cocchi e Giorgio Riccardo Galassi ha riservato un momento di particolare intensità emotiva in occasione di un monologo scritto dallo stesso Galassi e recitato con grande pathos da Salimbeni. Ma tutti i membri del gruppo meritano menzione: Marcello Ghirri, Francesco Ottani, Enzo Frassi, Filippo Chieli, Gabri Biondi, Massimo Guidetti e Marina Parente. Mancava solo la voce graffiante e springsteeniana di Graziano Romani.
La serata mi ha regalato altri due incontri inattesi. A un certo punto una persona molto fine d’aspetto mi si è avvicinata rivolgendosi a me in inglese e ho scoperto che si trattava nientemeno che di Tashi Lama, il direttore della Casa del Tibet. Solo in seguito – ma l’avevo capito subito dall’approccio nobile, dall’umiltà e dalla dolcezza della persona – sono venuto a sapere che Tashi è un grande artista e uno dei maggiori esperti di pittura sacra tibetana a livello internazionale. In quel momento ignoravo di trovarmi di fronte a un personaggio di quel livello, ma ho sentito che egli mi trasmetteva una serena bontà e la sua ineffabile bellezza interiore. Più si è umili e disponibili, più si è grandi. Tashi Lama mi ha detto che vive a Votigno ormai da diciotto anni, che ha ricevuto il Dalai Lama, conosciuto Franco Battiato e che la spiritualità del suo Tibet continua ad essere purtroppo molto oppressa dal regime cinese. Strano, ci siamo salutati quasi come se fossimo due vecchi amici. Credo proprio di non essere stato degno della sua considerazione, ma lo ringrazio e spero di incontrarlo di nuovo lungo le strade della vita. Dopo Tashi sono stato avvicinato da una ragazza che, a causa della mia miopia, non avevo riconosciuto. La conobbi anni fa, nel periodo in cui ella avrebbe dovuto sposare un mio caro amico che poi, purtroppo, morì a causa di un linfoma. Ci siamo intrattenuti per alcuni minuti parlando con commozione di colui che, per ironia della sorte, se ne andò proprio il giorno del mio compleanno di qualche anno fa. Ella mi ha confidato di aver continuato ad avvertire la presenza del suo promesso sposo anche dopo il doloroso evento, svegliandosi di notte e sentendo particolari profumi nell’aria.
Certe serate portano con sé qualcosa di strano e di magico. E’ bene ricordarle.