Nel 2010 mi interessai a lungo della storia di Annibale e rimasi colpito dal fatto che, dei 37 elefanti che il grande condottiero cartaginese aveva portato con sé nella sua leggendaria attraversata delle Alpi, ne era sopravvissuto soltanto uno. Pochi mesi prima, in un per me insolito delirio di scrittura avvo studiato e riscritto a mio modo la storia di Joseph Merrick,l'”Elephant Man”.
Mi resi subito conto che i due protagonisti dei miei racconti potevano essere messi in relazione attraverso la parola “elefante”. Certo si trattava di personaggi molto diveri – uno uomo e l’altro animale – ma già allora, anche se confusamente, vedevo in essi una sorta di immagine speculare. Fu in quei giorni che scriss Surus,concependo una narrrazione che si proponev di mescolare il fantastico con eventi storicamente documentati e, allo stesso tempo, immaginava di colegare la vicenda dell’elefante di Annibale a quella del uomo-elefante.Sono sempre stato affascinato dagli elfanti, specialemente da quando scoprii che lo storico e naturalista romano Plinio il Vecchio, nella sua Naturali hitoria del 77-78 dopo Cristo, attribuisce a questi animale grande intelligenza. Fu proprio l’idea di questa ffinità fra elefante e uomo a spingermi a fare di Surus il protagonista del racconto e ad immaginere una sua graduale evoluzione verso una sensibilità umana. Così, nella mia mente, Surus si reincarnava in un uomo dei nostri giorni e diventava narratore della priopria storia in un contesto che univa la dimensione onirica alla documentazione storica. In seguito, fra il 2017 e il 2018 composi il brano musicale omonimo dell’album e fu bizzarro accorgermi che la spedizione di Annibale era avvenuta proprio fra il 218 e il 217 avanti Cristo.
Togliendo gli zeri dalle due date, rimanevano gli stessi numeri! Davvero una strana coincidenza, dalla quale ricevtti ulteriori stimoli. Ma la semplice idea non bastava per realizzare in concreto ciò che avevo in mente. A tradurre i miei spunti in un’aria orchestrale in grado di evocare l’epica impresa dell’attraversamento dele alpi ci pensò allora Mirco Prandi, il principale compagno di questa mia avventura musicale. Elephant Man, il secondo racconto, è la storia dello sventurato Joseph Merrick, un giovane inglese che, nella seconda metà del diciannovesimo secolo, su affetto da un devastante handicap fisico e da raccapriccianti deformità. Pare che la causa scatenante di tale disordine fosse una sindrome legata a una neurofibromatossi mai più riscontrata in forma così estrema e deturpante. Cominciai a interessarmi di questa triste vicenda umana da quando vidi il film The Elephant Man del grande regista David Lynch e ne rimasi talmente impressionato che, negli anni successivi, oltre ad occuparmi direttamente di handicap, sentii l’esigenza di riscrivere la storia dello sfortunato Joseph.
Nel farlo, cercai di attenermi il più possiible alle testimonianze storiche, avvalendomi degli scritti dei protagonisti del tempo dell'”Elephant Man” e ispirandomi ad autorevoli studi pubblicati in tempi più recenti. In particolare, mi riferisco al resoconto del dottor Frederick Treves (il medico che scoprì il caso e si occupò direttamente di Merrick) del 1923, al saggio di Ashley Montagu del 1971 e al film diretto da Lynch nel 1980. Ovviamente, dovetti fare ricorso anche alla mia immaginazione per riempire le parti più oscure della vicenda, ma credo di averlo fatto rispettando il più possibile ciò che è stato narrato da coloro che si sono occupati del caso ben prima di me. Il corrispondente barno musicale, che trovate nell’album sia nella versione in lingua italiana che inglese, è stato registrato nel gennaio 2018 con l’intenzione di ripercorrere i passi di questo sfortunato personaggio e rivisitare i momenti salienti della sua storia. (I disegni che trovate all’interno della confezione sono miei e sono ispirati liberamente a figure d’epoca o a sequenze cinematografiche del fil The Elephant Man).
La coprtina e l’arte design sono stati curati da Gigi Cavalli Cocchi. A distanza di anni, mi accorgo che esiste un chiaro legame fra i due protagonisti dei miei racconti. Surus è un animale che gradualmente accresce intelligenza e sentimenti fino a sviluppare un’anima umana; Joseph Merrick, è un uomo che viene trattato come un animale e che, dopo una vita di atroci sofferenze, vede finalmente riconosciuta la propria straordinaria umanità. Entrambi i personaggi rappresentano anime belle imprigionate in un corpo alieno; tutti e due condividono il destino di vivere come animali pur essendo dotati di una sensibilità non comune; ambedue, attraverso la sofferenza, conquistano il diritto ad avere un nome e una chiara identità. A queste similitudini potremmo aggiungere che sia l’elefante-uomo che l’uomo-elefante sono esempi di resistenza fisica e morale alle avversità e che, in momenti cardine della loro vita, sono aiutati a sopravvivere da vere e proprie “anime gemelle”. Se infatti Surus si guadagna la sincera ammirazione di Annibale e riceve da quest’ultimo attenzioni e onori, Joseph, a sua volta, è soccorso e salvato dal dottor Frederick Treves.
Ma anche altri temi si compenetrano nei due racconti. In Surus il motivo del viaggio è rappresentato dall’insidioso attraversamento delle Alpi e nell’Elephant Man ricompare in occasione della rocambolesca fuga di Joseph dal continente all’Inghilterra. Con diverse sfumature, ritroviamo anche altri argomenti ricorrenti: il mito dell’Eden perduto, l’amore puro e disinteressato fra Romeo e Giulietta (già rivisitato dal film The Elephant Man di Linch), la rinascita a nuova vita, l’insensata cattiveria di certi uomini, la guerra, la solitudine, l’emarginazione e l’incessante ricerca di una spiritualità capace di far vedere oltre la mera realtà materiale. Sono tutti concetti presenti sia nei due racconti che nei testi delle canzoni dell’album, i cui titoli sono affiancati da brevi annotazioni legate ai motivi principali dei brani. Al termine di questa presentazione, mi preme ricordare che alcuni di questi brani sono firmati a quattro mani con l’amico chitarrista e bassista Marco Formentini, presente sia in veste di co-autore che di musicista.
Un grazie speciale, oltre che alla mia famiglia, va ai cari amici che, per molto tempo, mi hanno accompagnato e sostenuto nelle mie avventure musicali: Benny Notari, Gianluigi Malzone, Roberto Jemmi, Luigi Degli Incerti Tocci, Stefano Marmiroli, Francesca Zini, Alberto Zappettini e Marina Ligabue (gli ultimi tre compaiono come cantanti anche su questo disco). Un grazie di cuore va sia a colui che ha saputo creare una veste artistica e grafica particolarmente evocativa per questo libro e cd: Gigi Cavalli Cocchi e all’autorevole artefice del mastering, Roberto Barillari. Infinie, non posso dimenticare di esprimere la mia profonda gratitudine a Mirco Prandi, valente musicista, fonico e supervisore artistico, senza il quale non avrei mai potuto realizzare questo mio antico sogno.
Questa la track list:
1) Surus
2) Elephant Man
3) Devil’s in My Garden – La tentazione/Adamo e la Caduta
4) Atlantide – L’Eden perduto
5) Candlelight/Dos de Mayo – Guerra e animalità
6) Matador – Maschera umana
7) Star-crossed Lovers – Amore innocente/Romeo e Giulietta
8) Spiriti della foresta – Il nuovo Adamo
9) Ashes in the River – Corpo, cenere e anima
10) Following Route 66 – Il Viaggio
11) The Elephant Man
12) Sonnet 18 – Immortalità dell’arte/Sogno di una nuova vita