
Il libro della settimana – Gazzetta di Reggio, venerdì 27 settembre 2013
L’ESPERIENZA DI UN PROF CHE CON LA MUSICA FA CRESCERE I DISABILI
Giorgio Gambini racconta vent’anni di lavoro nelle scuole e il successo di un metodo capace di far emergere i talenti.
Nel panorama editoriale attuale, caratterizzato da una palese mancanza di originalità nelle proposte, nelle idee e nei linguaggi, dove raro è l’aprirsi a nuovi temi e nuovi spunti di riflessione, appare particolarmente apprezzabile e autentico il testo di Giorgio Gambini, insegnante di sostegno nelle scuole superiori di secondo grado, autore di Musica & Handicap.
Due mondi, un orizzonte e lo stupore della conoscenza. Il volume prende spunto dall’esperienza di educatore dell’autore, quotidianamente a contatto con giovani disabili e dalla convinzione, maturata in venti anni di insegnamento, di quanto la musica possa rappresentare una forma catalizzante di comunicazione, di legame, di unione con ragazzi portatori di handicap e al tempo stesso un detonatore sorprendente per farne emergere le potenzialità espressive e creative.
Perché, dice, “chi è afflitto da un handicap sente il bisogno di uno strumento che lo aiuti a ricostruire un’unità primordiale andata perduta, e questo strumento può essere la musica”.
E la storia non ci insegna forse quanti personaggi hanno trasformato la loro disabilità in genio espressivo? La cecità di Omero, la sordità di Beethoven, l’invalidità di Reinhardt… e tanti altri ancora.
Un testo erudito e poetico al tempo stesso, rivelatore della profonda ed eclettica cultura dell’autore, che spazia tra storia, arte, filosofia, letteratura medicina e poesia con abile estro espositivo e mantiene scorrevole e emozionante il filo narrativo del testo, tra profili di grandi personaggi, rigorosi inquadramenti storici e ipotetiche autointerviste che analizzano le disabilità più gravi (autismo, sordità, nanismo, cecità, ecc.).
Indiscussa protagonista è la musica, che erompe con forza evocativa nel testo di Gambini, apprezzata certo come forma d’arte, ma più ancora esaltata nella sua funzione comunicativa, aggregante, consolatoria, il “richiamo atavico”, come lui stesso la definisce. Un libro raffinato, di rara purezza, denso di sensibilità e di emozioni, che svela l’affetto, il riconoscimento e il legame che stringe l’autore ai suoi studenti, nella condivisione di un faticoso, lento e difficile percorso costellato tuttavia da forti e reciproche emozioni.
Francesca Moratti